SOLVIT e la risoluzione dei problemi transfrontalieri nell’UE

A cura dell’équipe SOLVIT, Commissione europea

Timo Pesonen, direttore generale presso la Commissione europea, alla sessione plenaria di chiusura della conferenza ENO

Dalla sua creazione nel 1993, il mercato unico dell’UE ha offerto ai cittadini nuove opportunità di circolare in tutta Europa, tutelando al contempo i loro diritti. Ha inoltre contribuito a creare posti di lavoro e crescita economica riducendo le barriere commerciali e gli ostacoli all’esercizio di attività all’interno dell’Unione europea.

Il mercato unico si basa su un’ampia normativa UE, alla quale si aggiungono le misure nazionali. È essenziale garantire che il mercato unico esista, non solo in teoria, ma anche nella pratica per i cittadini che lavorano, vivono, viaggiano o fanno acquisti in tutta Europa, nonché per le imprese che svolgono attività commerciali o investono a livello transfrontaliero.

In tale contesto, nel 2002 SOLVIT è stato introdotto come un meccanismo di risoluzione alternativa delle controversie, veloce e gratuito, per aiutare i cittadini e le imprese di tutta Europa. SOLVIT è una rete di centri in tutti gli Stati membri dell’UE più Islanda, Liechtenstein e Norvegia. La rete SOLVIT si occupa di problemi transfrontalieri causati da potenziali violazioni del diritto dell’UE da parte di un’autorità pubblica, quando e nella misura in cui tali problemi non sono oggetto di procedimenti giudiziari.

SOLVIT punta a trovare una soluzione entro dieci settimane dal giorno in cui il centro SOLVIT nel paese in cui si è verificato il problema se ne fa carico. SOLVIT mira a offrire un processo trasparente di risoluzione dei problemi che coinvolge, da una parte, il centro nello Stato membro da cui il richiedente proviene, nel quale risiede o ha sede e, dall’altra, il centro nello Stato membro in cui si è verificato il problema. I casi vengono gestiti attraverso la banca dati online SOLVIT, che fa parte del sistema di informazione del mercato interno (una rete online di autorità pubbliche nell’UE).

Le questioni più ricorrenti nei casi SOLVIT sono la previdenza sociale, la libera circolazione delle persone e i diritti di soggiorno, e il riconoscimento delle qualifiche professionali.

La Commissione europea non è coinvolta nell’effettiva gestione dei casi, ma è in stretto contatto con i centri SOLVIT, offrendo una formazione giuridica periodica al proprio personale e, in alcuni casi complessi, fornendo consulenza legale informale.

Le questioni più ricorrenti nei casi SOLVIT sono la previdenza sociale, la libera circolazione delle persone e i diritti di soggiorno, e il riconoscimento delle qualifiche professionali. Nel 2018 SOLVIT ha gestito 2 295 casi e ne ha risolti il 90 %. Ha inoltre aiutato altri 2 600 cittadini e imprese chiarendo i loro diritti nell’UE o indirizzandoli verso un altro organismo.

#SOLVIT and European Network of Ombudsmen. Make single market work better for our citizens, consumers and businesses. #singlemarket @EUombudsman @EU_Growth

Sia SOLVIT sia la Rete europea dei difensori civici contribuiscono a migliorare il funzionamento del mercato unico per i cittadini, i consumatori e le imprese.

Il ruolo di SOLVIT è stato rafforzato nel 2013, con un aggiornamento della base giuridica. Il piano d’azione SOLVIT, adottato dalla Commissione europea nel maggio 2017, fa di SOLVIT uno strumento unico per la cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione, che contribuisce a un migliore funzionamento del mercato unico per tutti, favorendo e promuovendo il rispetto del diritto dell’Unione.

SOLVIT non solo offre soluzioni pragmatiche ai cittadini e alle imprese dell’UE, ma aiuta anche gli Stati membri nei loro sforzi per recepire correttamente e tempestivamente il diritto dell’UE. Questo ruolo è stato sottolineato anche nella comunicazione della Commissione europea del 2016 dal titolo «Diritto dell’Unione europea: risultati migliori attraverso una migliore applicazione», nella quale la Commissione si impegna a guidare, consigliare e incoraggiare i cittadini a utilizzare il meccanismo di risoluzione dei problemi più appropriato a livello nazionale. La comunicazione fa esplicito riferimento sia alla Rete europea dei difensori civici sia a SOLVIT.

Informazioni sugli indirizzi di posta elettronica di contatto dei centri SOLVIT sono disponibili all’indirizzo http://ec.europa.eu/solvit/contact/.

Aiutare chi ha difficoltà ad accedere alle prestazioni familiari transfrontaliere

A cura dell’équipe del Mediatore europeo

Patricia Heindl-Kovac dell’ufficio del difensore civico austriaco presiede il gruppo di lavoro sulle prestazioni familiari

Per una famiglia o un genitore solo con un reddito basso o senza reddito, le prestazioni familiari e gli assegni per i figli a carico possono essere cruciali per i figli e i genitori e per la loro qualità di vita. Tuttavia, quando esiste un elemento transfrontaliero per accedere a tali diritti, spesso il processo può essere molto complicato.

Durante il gruppo di lavoro, i partecipanti di ENO e SOLVIT hanno esaminato i diversi scenari in cui possono insorgere problemi e come questi possono essere risolti. L’ufficio del difensore civico austriaco ha presentato diversi tipi di situazioni che si è trovato ad affrontare attraverso le denunce ricevute.

Esempi tipici sono i casi di genitori soli – il cui ex partner risiede in un altro Stato membro dell’UE – che cercano di accedere alle prestazioni familiari, o le famiglie in cui uno dei genitori vive e lavora in uno Stato membro dell’UE diverso da quello dell’altro genitore e del figlio.

In base al diritto dell’UE, il paese in cui il genitore lavora è competente per le prestazioni familiari. Il paese in cui il minore e l’altro genitore vivono è competente solo se il figlio non è ammesso a beneficiare delle prestazioni nell’altro paese oppure se l’indennità percepita nell’altro paese è inferiore all’indennità cui avrebbero diritto nel loro paese di residenza. In tal caso, il loro paese di residenza sarebbe responsabile dell’erogazione dell’importo supplementare. Nel frattempo, il paese in cui è stata presentata per la prima volta la domanda di prestazioni familiari dovrebbe effettuare un pagamento preliminare provvisorio.

Nella pratica, molti genitori in queste situazioni si trovano in difficoltà.

Nella pratica, tuttavia, molti genitori in queste situazioni si trovano in difficoltà. Spesso o non hanno diritto all’indennità nel paese in cui lavora il partner oppure non vi sono indennità comparabili. In questi casi, le famiglie possono essere lasciate in un limbo per anni, senza ricevere alcuna indennità. Incontrano notevoli difficoltà nel ricevere risposte adeguate da parte delle autorità nazionali, mentre la comunicazione tra le autorità nazionali dei diversi Stati membri, nella migliore delle ipotesi, è complicata. Può quindi essere molto difficile ottenere un pagamento provvisorio delle indennità.

Il difensore civico austriaco ha incontrato difficoltà a risolvere questi casi. Altri uffici dei difensori civici presenti hanno avuto maggiore successo. All’interno dell’ENO, alcuni uffici dei difensori civici hanno collaborato tra loro – così come con gli uffici SOLVIT – alla risoluzione di casi.

I rappresentanti di SOLVIT hanno confermato, alla luce della loro esperienza, che possono esservi lunghi ritardi nell’evasione dei casi relativi alle prestazioni familiari transfrontaliere. Si tratta spesso di carenze di personale o di incompetenza delle autorità nazionali. Una volta che SOLVIT è chiamato a occuparsi di un caso, la pratica tende ad avanzare più velocemente.

Il gruppo di lavoro ha inoltre esaminato gli aspetti sistemici dei problemi incontrati dalle persone che cercano di accedere alle prestazioni familiari e ha riflettuto sulle possibili soluzioni per affrontarli. Con oltre 40 denunce ricevute dall’ufficio del difensore civico austriaco nel 2018 e diversi casi in altri Stati membri, è evidente che vi è un problema sistemico.

I rappresentanti dell’ENO e di SOLVIT hanno convenuto che ci sarebbe maggiore chiarezza se un tribunale europeo emettesse una sentenza su un caso specifico. Tuttavia, gli uffici dei difensori civici hanno avuto difficoltà a incoraggiare le famiglie ad adire le vie legali; è infatti più difficile intentare una causa contro un’autorità per indolenza che per un’azione che ha effetti negativi su un individuo.

Visti i problemi sistemici, come ad esempio i problemi di comunicazione tra le autorità nazionali e la mancanza di comparabilità tra i diversi sistemi nazionali di prestazioni familiari, sembrerebbe necessaria una risposta più completa a livello dell’UE. L’ufficio del Mediatore europeo si è impegnato a studiare questa possibilità attraverso l’ENO.

Garantire i diritti sociali ai lavoratori distaccati in altri paesi dell’UE

A cura dell’équipe del Mediatore europeo

Il mediatore olandese Reinier van Zutphen alla sessione plenaria di chiusura della conferenza ENO

I cittadini dell’UE che lavorano in Stati membri diversi dal proprio spesso incontrano difficoltà nel cercare di assicurarsi il rispetto dei loro diritti sociali. Nei casi in cui i «lavoratori distaccati» non possono beneficiare pienamente dei diritti sociali applicabili o la legislazione dell’UE non è applicata correttamente, è spesso difficile per i lavoratori interessati risolvere la situazione.

Il gruppo di lavoro ha riscontrato la potenziale presenza di innumerevoli problemi e ha constatato che le denunce ricevute da SOLVIT e dai difensori civici in materia di diritti dei lavoratori distaccati rappresentano la punta dell’iceberg. In parte ciò è dovuto al fenomeno della sottosegnalazione.

Per la diversa natura dei loro mandati vi sono differenze evidenti negli approcci seguiti dai difensori civici e da SOLVIT nel tentativo di affrontare i casi. Le équipe SOLVIT operano nelle amministrazioni nazionali, di solito nei ministeri dell’economia, degli affari esteri o della giustizia. Sebbene esistano molti e svariati casi, i problemi tipici affrontati da SOLVIT riguardano il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali e le questioni fiscali.

Non sempre è chiaro, persino per i difensori civici, a chi debbano rivolgersi qualora il diritto dell’UE non sia applicato correttamente.

Il gruppo di lavoro ha sollevato il problema secondo cui non è chiaro, persino per i difensori civici, a chi dovrebbero rivolgersi in caso di mancata correttezza nell’applicazione del diritto dell’UE. Occorre uno sforzo concertato per affrontare la questione nell’agenda politica. SOLVIT mira a segnalare alle autorità nazionali problemi sistemici e, a tal fine, sta sviluppando un sistema per pubblicizzare e richiamare l’attenzione su tali problemi in tutta la rete SOLVIT.

La discussione ha richiamato l’attenzione su un problema diffuso che riguarda il diritto dell’UE in materia di tempi di riposo degli autotrasportatori, che non viene applicato in modo coerente in tutti gli Stati membri. I conducenti di mezzi pesanti spesso guidano per lunghi periodi senza riposare negli Stati membri che non applicano le norme, e poi continuano i loro viaggi in altri Stati membri che applicano in modo rigoroso i periodi di riposo — come la Germania o l’Austria. Tuttavia, poiché sono stanchi (per la mancanza di riposo) quando raggiungono tali paesi, possono provocare incidenti, aggravati dalla mancanza di un’adeguata assicurazione sanitaria e da altre complicazioni transfrontaliere.

Il gruppo di lavoro ha concluso che sarebbe utile compilare un quadro generale dei diversi casi in questo settore e dei problemi che ne derivano (come la copertura assicurativa), al fine di portare l’entità del problema all’attenzione delle autorità competenti a livello nazionale e dell’UE.

I problemi transfrontalieri non riguardano soltanto chi vive in prossimità delle frontiere o i lavoratori distaccati, ma anche coloro che ritornano nel proprio paese dopo aver lavorato altrove nell’UE. I difensori civici potrebbero essere più proattivi nel recarsi sui luoghi nei quali rientrano tali lavoratori, spesso grandi città, e informarsi sui problemi ai quali si trovano confrontati. Un’altra misura proattiva consisterebbe, per i difensori civici, nell’individuare le preoccupazioni regolarmente sollevate presso i centri di informazione alle frontiere, come le questioni fiscali e l’accesso all’assistenza sanitaria e alle prestazioni per figli a carico. Il difensore civico potrebbe quindi sollevare la questione specifica con le autorità nazionali competenti.

Il gruppo di lavoro ha convenuto che sarebbe opportuno procedere a uno scambio di informazioni tra uffici dei difensori civici e SOLVIT, al fine di lavorare in modo più efficace e di migliorare le possibilità di ottenere il risultato auspicato per i lavoratori che si trovano in situazioni problematiche. È stata quindi individuata come misura possibile la condivisione delle relazioni annuali. Tale cooperazione consentirebbe inoltre di portare all’attenzione delle autorità nazionali o europee, in modo più sistematico, i problemi di applicazione della normativa UE e i problemi sistemici ricorrenti. Il Mediatore europeo potrebbe intervenire in questo processo.

Aiutare i cittadini a esercitare i loro diritti all’assistenza sanitaria transfrontaliera nell’UE

A cura dell’équipe del Mediatore europeo

Rosarinho Melancia dalla rete SOLVIT e Marta Hirsch-Ziembińska dell’ufficio del Mediatore europeo nel gruppo di lavoro sull’assistenza sanitaria

Conformemente alla direttiva sull’assistenza sanitaria dell’UE, i cittadini dell’Unione hanno il diritto di ricevere servizi sanitari pubblici o privati in qualsiasi Stato membro dell’UE o del SEE. Per rafforzare tale diritto, negli Stati membri sono stati istituiti punti di contatto nazionali (PCN) per informare e assistere i pazienti.

Nonostante questi sforzi, i cittadini incontrano ancora gravi problemi, soprattutto quando chiedono assistenza sanitaria transfrontaliera. Il gruppo di lavoro ha esaminato le possibilità di migliorare la collaborazione tra i membri di SOLVIT e della Rete europea dei difensori civici per aiutare i cittadini a esercitare i loro diritti all’assistenza sanitaria transfrontaliera. Questo scambio ha rappresentato, per i centri SOLVIT e per gli uffici dei difensori civici, una preziosa opportunità di approfondire la cooperazione.

Come esempio di collaborazione efficace tra SOLVIT e i difensori civici, il rappresentante di SOLVIT ha fatto riferimento a un caso in Portogallo sull’accesso ai diritti pensionistici da parte di una donna portoghese che aveva lavorato gran parte della sua vita in Francia.

Il gruppo di lavoro ha esaminato le questioni partendo da uno studio di caso di un uomo che si era recato in un altro paese per una chirurgia oculare d’urgenza. Poiché la sua autorità sanitaria nazionale non aveva risposto al suo tentativo di ottenere l’autorizzazione preventiva, l’uomo ha poi incontrato difficoltà nell’ottenere il rimborso dei costi. Ha anche avuto difficoltà a ottenere, presso le farmacie del proprio paese, i medicinali prescritti dal chirurgo che aveva effettuato l’intervento. Il gruppo di lavoro ha esaminato le possibili misure da adottare per risolvere problemi come questo.

Una delle forme di cooperazione tra l’ufficio del Mediatore europeo e i membri della Rete europea dei difensori civici è la procedura di interrogazione. Attraverso questa procedura, i membri della Rete possono sottoporre interrogazioni relative al diritto dell’UE al Mediatore europeo, che a sua volta chiede il parere della Commissione europea.

Una di queste interrogazioni, relativa all’assistenza sanitaria, riguardava un paziente che viveva in Italia e che aveva ricevuto l’approvazione preliminare dalle autorità italiane per recarsi in Austria ed essere curato in un ospedale pubblico. Il paziente, però, era stato trattato in un ospedale privato che ha poi addebitato i costi alle autorità pubbliche italiane, inviando inoltre alla famiglia del paziente una fattura di spese aggiuntive (53 000 EUR). Il Mediatore europeo ha inoltrato l’interrogazione alla Commissione, la quale ha risposto che il paziente era stato curato nell’ospedale privato solo perché l’ospedale pubblico non poteva farlo. Poiché l’ospedale pubblico aveva deferito il paziente all’ospedale privato, il paziente non avrebbe dovuto farsi carico delle spese.

Le discussioni hanno evidenziato diversi gradi di cooperazione tra gli uffici dei difensori civici e SOLVIT. Mentre alcuni uffici cooperano strettamente con SOLVIT, altri non l’avevano mai fatto e avevano una scarsa conoscenza del suo funzionamento. Per l’Italia, che non ha un difensore civico nazionale, la cooperazione con SOLVIT è fondamentale. Altri uffici ritengono di non avere il mandato per investigare questioni transfrontaliere. Il gruppo di lavoro ha inoltre offerto ai rappresentanti di SOLVIT l’opportunità di incontrare i rappresentanti del difensore civico dello stesso paese.