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Relazione sulla consultazione pubblica della Mediatrice europea - Negoziati TTIP Trasparenza e partecipazione pubblica

Dicembre 2014

NB: i pareri contenuti nella presente relazione rispecchiano i contributi alla consultazione pubblica e non devono essere considerati espressione della posizione del Mediatore europeo.

NB: Il presente documento è stato tradotto dall’inglese dal Centro di traduzione dell’UE.

1. Contesto

Il 29 luglio 2014 la Mediatrice europea ha avviato un’indagine di propria iniziativa nei confronti della Commissione europea concernente la trasparenza e la partecipazione pubblica in relazione ai negoziati in vista di un partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP). In seguito, il 19 settembre 2014 la Mediatrice europea ha avviato una consultazione pubblica nell’ambito di tale indagine. La consultazione aveva l’obiettivo di offrire al pubblico l’opportunità di rendere nota la propria posizione sugli aspetti sollevati dall’indagine. La Mediatrice aveva annunciato che avrebbe esaminato i contributi ricevuti prima di formulare un ventaglio di ulteriori suggerimenti di cui la Commissione dovrebbe tenere conto nel corso dei negoziati. La Mediatrice intende pubblicare la propria decisione sul caso di specie nel gennaio 2015.

2. Sintesi delle risposte

La Mediatrice ha ricevuto 315 risposte all’indirizzo di posta elettronica dedicato al TTIP che è stato istituito ai fini di questa consultazione pubblica. Hanno risposto 55 organizzazioni, tre deputati al Parlamento europeo e 257 soggetti privati (cfr. l’allegato). Delle risposte ricevute, 242 sono state formulate in inglese e le restanti sono pervenute in altre otto lingue ufficiali dell’UE (francese: 30, spagnolo: 17, tedesco: 14, olandese: 4, sloveno: 3, polacco: 2, svedese: 2, italiano: 1). I principali suggerimenti avanzati in queste risposte sono illustrati nella sottostante sezione 3. È possibile trovare maggiori informazioni nelle risposte stesse.

La Mediatrice ha inoltre ricevuto più di 6 000 messaggi di posta elettronica, prevalentemente in inglese, da soggetti interessati[1]. La preoccupazione espressa nella stragrande maggioranza dei suddetti messaggi di posta elettronica (e in molte delle risposte pervenute all’indirizzo di posta elettronica dedicato al TTIP) era la necessità di una maggiore trasparenza dell’UE in merito al partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, in particolare riguardo ai contatti della stessa UE con i rappresentanti delle imprese. Considerato il numero di persone che ha sollevato tali questioni, la Mediatrice ritiene opportuno citarle all’inizio della presente relazione:

“L’UE deve essere assolutamente aperta e trasparente e pubblicare immediatamente tutte le informazioni riguardanti i negoziati TTIP, in particolare quando riguardano questioni quali norme ambientali, diritti dei lavoratori e salute e sicurezza.

L’UE deve divulgare tutte le comunicazioni tra i lobbisti delle grandi imprese. Purtroppo, finora le imprese hanno avuto molto più accesso ai negoziati dei normali cittadini. Questa situazione deve cambiare.

L’UE deve pubblicare un elenco di tutti gli incontri tenutisi tra le società e i legislatori."

3. Sintesi delle risposte fornite a ciascuna domanda

Misure concrete (domanda 1)

Vogliate fornirci il vostro parere sulle misure concrete che la Commissione potrebbe intraprendere per rendere più trasparenti i negoziati TTIP. In particolare, in quali ambiti individuate un margine per possibili miglioramenti?

Trasparenza

I rispondenti desiderano che sia pubblicato proattivamente online un maggior numero di documenti e informazioni sul TTIP. Tale materiale dovrebbe essere messo a disposizione il più presto possibile, dovrebbe essere regolarmente aggiornato, facilmente reperibile e idealmente tradotto in tutte le lingue ufficiali dell’UE. La Commissione dovrebbe avvalersi delle possibilità offerte dalla tecnologia al fine, ad esempio, di permettere al pubblico di ricevere notifiche riguardo a eventuali modifiche apportate ai documenti e ai documenti di recente pubblicazione. Dovrebbero essere fornite spiegazioni dettagliate in merito al contenuto dei documenti chiave.

Alcuni rispondenti hanno affermato che le misure in materia di trasparenza già adottate dalla Commissione sono assolutamente senza precedenti e rischiano di compromettere i negoziati, aggiungendo che, se l’UE desidera che i negoziati vadano a buon fine, sarà praticamente impossibile operare con una maggiore trasparenza.

Un certo numero di persone ha risposto esprimendosi a favore della proposta della Mediatrice di istituire un registro pubblico di documenti TTIP, contenente collegamenti ai documenti pubblicamente disponibili. Il registro dovrebbe contenere un riferimento ai documenti riservati con il titolo corrispondente e indicare il motivo della riservatezza. Ciò consentirebbe ai richiedenti di formulare richieste più precise relative all’accesso pubblico ai documenti.

Sono state ritenute particolarmente interessanti in termini di possibile divulgazione le seguenti categorie di documenti negoziali[2]:

  • direttive di negoziato (mandato);
  • documenti di posizione iniziali dell’UE su tutti i settori coperti dal mandato (alcuni rispondenti hanno indicato che i documenti di posizione potrebbero essere più dettagliati e aggiornati nel corso dei negoziati);
  • posizioni negoziali prima di ogni ciclo di negoziazione (nonché, come hanno affermato alcuni rispondenti, qualsiasi altro documento presentato dall’UE riguardo alle proprie posizioni nel corso dei negoziati);
  • progetti di proposte di offerta su tutte le questioni non strettamente tariffarie, almeno da parte dell’UE (un rispondente ha suggerito che la Commissione potrebbe rendere pubblici tutti i documenti e le proposte dell’UE all’atto della loro presentazione, poiché, per definizione, in questo modo non si rischierebbe più di rivelare la strategia della Commissione agli USA);
  • testi consolidati prima di ogni ciclo negoziale (un deputato al Parlamento europeo ha sollecitato la pubblicazione di testi consolidati riguardanti i diritti fondamentali, la salute pubblica, l’ambiente e altre questioni di notevole interesse pubblico. Altri testi consolidati dovrebbero essere resi pubblici non appena il Parlamento europeo ritenga che tra le due parti è stato raggiunto un consenso di base);
  • versioni provvisorie e definitive dei singoli capitoli;
  • ordini del giorno dettagliati e relazioni dettagliate dei cicli negoziali (molti rispondenti hanno accolto con favore il nuovo documento “Stato di avanzamento”, che la Commissione pubblica al termine di ogni ciclo. Alcuni hanno proposto di ampliare tale documento al fine di includervi informazioni sul contenuto di quanto è stato convenuto per ciascun argomento nonché le questioni che devono ancora essere discusse);
  • il testo definitivo dell’accordo prima della sigla dello stesso.

Alcuni rispondenti sono andati oltre: uno ha suggerito che la Commissione pubblichi tutti i pareri giuridici relativi all’interpretazione del progetto di testo negoziale; altri hanno indicato che la trasparenza non deve riguardare solo i documenti prodotti dall’UE, ma anche i documenti redatti dagli USA e in possesso dell’UE[3].

Molti rispondenti hanno riconosciuto la necessità che alcuni documenti restino riservati (ad esempio, per quanto riguarda il settore delle tariffe o l’accesso al mercato dei servizi e degli appalti pubblici). Tuttavia, a detta di alcuni, il ricorso alla riservatezza dovrebbe essere limitato alla tutela degli interessi strategici durante i negoziati e dovrebbe essere temporaneo. Inoltre, la Commissione è tenuta a spiegare in che modo la divulgazione del documento pertinente pregiudicherebbe il processo di negoziato[4]. Un rispondente ha suggerito che tali decisioni siano automaticamente esaminate dalla Mediatrice, come se fossero state oggetto di una denuncia.

Alcuni rispondenti hanno chiesto di redigere norme univoche riguardo alla classificazione dei documenti al fine di evitare decisioni arbitrarie. Un deputato al Parlamento europeo ha formulato suggerimenti dettagliati sull’argomento. Alcuni rispondenti hanno proposto di istituire un gruppo esterno speciale incaricato di definire la classificazione dei documenti TTIP o hanno suggerito di affidare tale compito a un organismo indipendente, come il Mediatore.

Alcuni rispondenti hanno sottolineato che non dovrebbe esistere un accesso selettivo ad alcun documento, in quanto il principio guida dovrebbe essere che se un documento è disponibile per una persona, deve essere disponibile per tutti. In quest’ottica, un rispondente ha suggerito di rendere pubblica una sintesi dei documenti divulgati, comprese le informazioni relative ai destinatari. Un ulteriore contributo ha rilevato come il fatto che i documenti TTIP, a eccezione del mandato, siano redatti esclusivamente in inglese rafforzi la sensazione che siano accessibili solo a un club esclusivo.

Infine, per quanto riguarda la trasparenza, sono state proposte le seguenti misure:

il processo negoziale potrebbe essere trasmesso in diretta via Internet, permettendo a rappresentanti accreditati senza diritto di parola di avere accesso ai locali in cui si svolgono i negoziati;

la Commissione potrebbe organizzare seminari online per illustrare il processo dei negoziati commerciali e informare il pubblico sugli accordi di libero scambio in generale.

Partecipazione pubblica

Molti rispondenti hanno formulato idee volte a promuovere una maggiore partecipazione pubblica, segnatamente in relazione ai punti elencati di seguito.

Gruppo consultivo TTIP

La decisione della Commissione di istituire un gruppo consultivo è stata accolta con grande favore. Sono stati suggeriti i miglioramenti indicati di seguito, alcuni dei quali da organizzazioni rappresentate in seno al gruppo.

Composizione

La Commissione dovrebbe divulgare maggiori informazioni riguardo alla composizione, alla nomina e al ruolo del gruppo.

Dovrebbe essere istituito un gruppo più equilibrato. Nella sua risposta, un membro di un sindacato ha affermato che attualmente il numero delle società è quattro volte superiore a quello degli iscritti ai sindacati.

Il gruppo dovrebbe adottare la prassi di includere esperti in merito ad argomenti specifici.

Accesso alle informazioni

Le proposte e i testi elaborati in vista di futuri cicli negoziali dovrebbero essere presentati tempestivamente al gruppo in modo da permettere ai membri e ai relativi esperti di fornire un riscontro puntuale prima di ogni ciclo.

Il gruppo dovrebbe poter accedere ai testi consolidati nella stessa misura in cui vi hanno accesso il Consiglio e il Parlamento.

Al gruppo dovrebbero essere fornite delle esaurienti sintesi informative sulle posizioni degli USA anche qualora queste non siano rese pubbliche dagli Stati Uniti. Il gruppo dovrebbe inoltre poter formulare osservazioni sulle posizioni degli USA.

Sala di lettura

La sala di lettura dovrebbe essere trasferita a uno strumento di accesso sicuro online (ad esempio ECAS), che permetta ai membri del gruppo e ai relativi esperti di formulare osservazioni e apportare modifiche attraverso la funzione “revisioni”.

Gli esperti nominati in qualità di supplenti dei membri del gruppo competenti in materie specifiche dovrebbero potere accedere allo strumento di accesso sicuro online.

Dovrebbero essere imposte sanzioni, quali ad esempio l’esclusione dal gruppo, qualora i membri (o i loro supplenti o esperti) violino la riservatezza.

Riscontri

La Commissione dovrebbe rispondere alle osservazioni e alle proposte di modifica formulate dai membri del gruppo e dai loro supplenti.

Dovrebbero essere pubblicati sia i pareri espressi dal gruppo sia la spiegazione del modo in cui la Commissione ha tenuto conto di tali pareri.

Consultazioni pubbliche

Sono stati formulati i seguenti suggerimenti riguardo alle consultazioni pubbliche tenute dalla Commissione in materia di TTIP[5].

Alcuni rispondenti hanno suggerito di avviare consultazioni pubbliche: (i) sui documenti di posizione iniziali che dovranno essere redatti dalla Commissione su tutti gli argomenti di cui alle direttive di negoziato (o, in alternativa, su tutti gli aspetti commerciali riguardanti i processi decisionali nazionali e dell’UE); (ii) su ogni capitolo specifico (dopo che sarà stato concluso e pubblicato); (iii) sulla bozza finale del testo consolidato prima della sigla. Altri hanno segnalato la necessità di svolgere una valutazione d’impatto sulla sostenibilità.

Alcuni rispondenti hanno indicato che occorre dedicare una particolare attenzione al coinvolgimento dei gruppi “sottorappresentati”. Le lingue utilizzate dovrebbero essere atte a favorire la partecipazione.

La Commissione dovrebbe trattare adeguatamente le risposte, elaborare una relazione analitica dettagliata e condurre un dialogo specifico con le parti interessate al fine di discutere in merito ai risultati. Tutte le proposte formulate in risposta a tali consultazioni pubbliche dovrebbero essere pubblicate online.

La Commissione dovrebbe assicurare che i risultati delle consultazioni pubbliche trovino pieno riscontro nell’orientamento assunto dai negoziati. In caso contrario, la Commissione dovrebbe fornire spiegazioni esaurienti.

Alcuni contributi hanno richiamato l’attenzione sugli ostacoli tecnici incontrati nel rispondere alle consultazioni pubbliche, quali arresti anomali dei sistemi, numero limitato di caratteri nei campi di testo libero e domande a scelta multipla formulate in modo tale da influenzare la risposta.

Coinvolgimento delle parti interessate

Coinvolgimento strutturato delle parti interessate

Alcuni rispondenti hanno evidenziato che la DG Commercio ha già organizzato molte riunioni sul TTIP nel quadro del dialogo in corso da tempo con la società civile. Durante i cicli di negoziazione sul TTIP sono state inoltre organizzate nuove riunioni con le parti interessate, consentendo a queste ultime di esprimere pareri e essere informate dai capi negoziatori per l’UE e per gli USA. Sono state formulate le proposte di miglioramento illustrate di seguito.

Occorre rafforzare la task force sul TTIP in seno alla Commissione, prestando particolare attenzione ai punti di contatto per la società civile.

Un rispondente ha proposto che la Commissione crei una sintesi cronologica, in cui figurino tutte le fasi dei negoziati e i documenti pubblicati. La pubblicazione tempestiva dei calendari delle riunioni dei gruppi negoziali e delle date di ciascun ciclo negoziale è importante ai fini del mantenimento del coinvolgimento delle parti interessate. Un altro rispondente ha altresì suggerito che la Commissione pubblichi un calendario delle attività dei futuri cicli di negoziazione sul TTIP, indicando un referente al quale possano essere rivolti suggerimenti pubblici su questioni specifiche.

La Commissione dovrebbe organizzare conferenze delle parti interessate prima di ciascun ciclo negoziale e subito dopo. Alcuni rispondenti hanno indicato che dovrebbe essere redatta una tabella più dettagliata a definire la posizione su ogni capitolo (uno “Stato di avanzamento” ampliato), che dovrebbe oltretutto essere messa a disposizione più rapidamente di quanto avviene al momento.

La Commissione dovrebbe organizzare riunioni informative su questioni specifiche con le parti interessate[6]. Un rispondente ha indicato che sarebbe utile avere accesso alle informazioni sullo stato di avanzamento dei negoziati, ad esempio nel settore dell’istruzione degli adulti.

Per quanto riguarda le questioni che rivestono particolare interesse per le parti sociali, quali le norme sul lavoro, è necessario adeguare le strutture di dialogo sociale al fine di consentire lo svolgimento di discussioni più approfondite nonché mettere i testi a disposizione. La DG Commercio, in collaborazione con la DG Occupazione, dovrebbe inoltre avviare le discussioni sui pertinenti aspetti del TTIP in seno a tutti i comitati di dialogo sociale settoriale esistenti e creare sedi di discussione tra le parti sociali laddove tali comitati non esistano. Nella sua risposta, un membro di un sindacato ha indicato che le organizzazioni sindacali dell’UE dovrebbero potersi rivolgere ai negoziatori dell’Unione europea nella stessa misura in cui i sindacati degli USA possono rivolgersi ai negoziatori degli Stati Uniti.

La Commissione dovrebbe istituire una sala di lettura digitale che permetta alle parti interessate di accedere a documenti settoriali riservati attraverso un sistema di password accreditate. Grazie a tale sistema sarebbe inoltre possibile monitorare eventuali fughe di documenti riservati. Un contributo ha suggerito di prevedere sanzioni in caso di violazioni della riservatezza perpetrate – a titolo esemplificativo ma non esaustivo – attraverso il possesso, la trasmissione, la copia o la pubblicazione su siti web di documenti riservati o di loro parti.

Alcune organizzazioni imprenditoriali hanno proposto di istituire un help desk per le PMI che funga da punto di contatto per dette imprese e che permetta di raccogliere informazioni e fornire consulenza su questioni di accesso al mercato quali gli ostacoli agli scambi, le sfide in materia di appalti pubblici, l’adempimento degli obblighi normativi ecc.

Coinvolgimento non strutturato delle parti interessate

Oltre alle forme più strutturate di coinvolgimento delle parti interessate precedentemente illustrate, esistono forme meno strutturate costituite principalmente da riunioni e corrispondenza con la Commissione riguardo al TTIP. Un grandissimo numero di risposte alla consultazione pubblica della Mediatrice ha espresso preoccupazione in merito al presunto predominio delle società in tali riunioni e contatti. Per far fronte a questo problema sono stati formulati i suggerimenti riportati di seguito.

La Commissione dovrebbe pubblicare un elenco di tutte le riunioni tenute dai negoziatori con le parti interessate (comprese le organizzazioni lobbistiche e di settore). In tale elenco dovrebbero figurare la data della riunione, i partecipanti e gli argomenti discussi (ad esempio sotto forma di ordini del giorno e verbali).

La Commissione dovrebbe pubblicare tutte le comunicazioni scritte riguardanti i negoziati tra la Commissione e le parti interessate, comprese le osservazioni formulate.

La composizione e le dichiarazioni di interesse dei negoziatori e dei loro gruppi dovrebbero essere pubblicate al fine di evitare conflitti di interesse o la percezione di tali conflitti. Tra le informazioni pubblicate dovrebbero figurare i nomi delle persone che, pur avendo precedentemente partecipato ai negoziati, ora hanno lasciato la Commissione. Riguardo a quest’ultimo aspetto, un rispondente ha esortato la Mediatrice ad avviare un’indagine di propria iniziativa sui casi di “porte girevoli” nell’ambito dei negoziati sul TTIP.

Secondo alcuni rispondenti, oltre il 30 % dei gruppi di interesse del settore privato che hanno esercitato pressioni sulla Commissione riguardo al TTIP non è iscritto nel registro (facoltativo) per la trasparenza. A parere di tali rispondenti, obbligare le imprese che esercitano pressioni sull’UE a iscriversi al registro aumenterebbe la trasparenza in questo settore.

Alcuni rispondenti hanno affermato che la cultura istituzionale in seno alla Commissione tende a privilegiare gli interessi corporativi e che questa situazione deve cambiare.

Ruolo del Parlamento e del Consiglio

Numerose risposte alla consultazione pubblica hanno formulato suggerimenti pertinenti per il Parlamento europeo[7] e il Consiglio. Poiché l’indagine avviata dalla Mediatrice ha per oggetto la Commissione, quest’ultima potrebbe eventualmente dare seguito ai suggerimenti evidenziati nel prosieguo.

È stato suggerito che la Commissione pubblichi tutte le comunicazioni scritte riguardanti i negoziati tra la Commissione e i soggetti istituzionali (in particolare il Parlamento e gli Stati membri) nonché un elenco di tutte le riunioni tenute dalla Commissione con il Parlamento e gli Stati membri.

Un suggerimento ricorrente riguardo al ruolo del Parlamento europeo è stato che i relativi deputati dovrebbero essere pienamente informati, anche al termine di ogni ciclo negoziale, affinché possano seguire i negoziati e controllare le versioni provvisorie e definitive dell’accordo a nome dei rispettivi elettori. Alcuni rispondenti hanno affermato che l’accesso ai testi consolidati dovrebbe essere esteso alle altre commissioni parlamentari (anziché essere limitato alla Commissione per il commercio internazionale) ed essere più ampio.

Secondo alcuni rispondenti, le norme dettagliate che disciplinano il modo in cui Parlamento e Consiglio sono tenuti informati e contribuiscono al processo negoziale devono essere pubbliche affinché tali istituzioni e le autorità nazionali, se coinvolte, siano pienamente responsabili nei confronti dei cittadini che rappresentano.

Buone prassi (domanda 2)

Si prega di fornire esempi di buone prassi che avete incontrato in questo settore (per esempio, soprattutto a livello di direzioni generali della Commissione o di altre organizzazioni internazionali) e che ritenete possano essere applicate all’intera Commissione.

I rispondenti alla consultazione pubblica della Mediatrice hanno citato numerosi esempi di buone prassi, in particolare quelli riportati di seguito.

OMPI: i negoziati da cui è scaturito il trattato dell’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale volto a facilitare l’accesso alle opere pubblicate per le persone con disabilità visive è stato citato come esempio da molti rispondenti, benché alcuni riconoscano che i negoziati sul TTIP appartengono a un’altra scala di grandezza. Sono stati menzionati aspetti quali la pubblicazione di progetti di documenti negoziali progressivamente aggiornati, la trasmissione in diretta via Internet dei negoziati OMPI e l’allestimento di sale d’ascolto in cui le parti interessate potevano seguire i negoziatori al lavoro su questioni specifiche contestualmente al fatto che gli ordini del giorno delle riunioni, gli elenchi dei partecipanti, i progetti di clausole e le relazioni sullo stato di avanzamento dei lavori erano pubblicati in maniera tempestiva. I rispondenti hanno riferito che sono stati istituiti gruppi di lavoro delle parti interessate e che i progressi sulle loro attività sono stati messi a disposizione online, affermando altresì che le organizzazioni della società civile hanno presentato osservazioni durante l’intero processo, contribuendo efficacemente all’esito finale[8].

OMC: benché abbiano riconosciuto che l’OMC è periodicamente oggetto di critiche da parte della società civile, i rispondenti hanno tuttavia segnalato che sul sito web dell’Organizzazione mondiale del commercio sono disponibili sia le osservazioni formulate nel corso dei negoziati sia le proposte e le relazioni presentate dai presidenti di commissione. È possibile consultare una serie di testi negoziali, tra cui progetti di proposte iniziali, documenti di compromesso, documenti di carattere nazionale e verbali della maggior parte delle riunioni. I testi possono essere consultati nelle differenti fasi del processo, dalla versione sul tavolo dei negoziatori al compromesso finale concordato; è inoltre possibile leggere le osservazioni formulate dai membri dell’OMC. A titolo di esempio, il processo negoziale dell’OMC su un accordo di agevolazione degli scambi prevedeva come prassi normale che il testo consolidato del negoziato fosse reso pubblico sul proprio sito web al termine di ogni ciclo negoziale e prima del ciclo successivo. Alcuni rispondenti hanno suggerito che l’OMC potrebbe fungere da esempio anche in termini di coinvolgimento del pubblico. In particolare, durante le conferenze ministeriali le ONG sono informate quotidianamente e possono presentare documenti di posizione su tematiche specifiche dell’OMC, che il segretariato dell’OMC distribuisce ai membri.

FTAA: secondo numerose risposte, nonostante il mancato raggiungimento di un accordo definitivo, la Zona di libero scambio delle Americhe è risultata uno dei migliori esempi di come i negoziati commerciali possano essere aperti e oggetto di esame pubblico durante l’intero corso dei negoziati stessi. Era stato creato un sito web dedicato alla FTAA su cui il testo integrale del progetto di accordo (definito da alcuni come “il testo negoziale consolidato, da noi ritenuto il documento più importante di tutti i negoziati") era pubblicato ogni volta che i negoziatori raggiungevano un consenso su una nuova versione. Il sito conteneva anche contributi scritti delle organizzazioni della società civile, informazioni dettagliate sulle istruzioni e i calendari ricevuti da tutti i gruppi negoziali nonché informazioni sulla presidenza di ciascun gruppo per ogni ciclo negoziale. I rispondenti che hanno citato questo esempio hanno indicato che la società civile era attivamente invitata a fornire pareri su tutti gli aspetti dell’accordo, mentre i negoziatori individuavano e diffondevano buone prassi riguardanti gli sforzi di consultazione della società civile a livello nazionale e locale.

UNFCCC: secondo i rispondenti che hanno citato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, i testi negoziali e i contributi delle parti sono messi a disposizione prima dell’inizio delle negoziazioni. Gli osservatori, tra cui parti interessate esterne, partecipano alle sedute e possono esprimere commenti su richiesta delle parti.

La Convenzione di Aarhus: nei loro contributi, altri rispondenti hanno segnalato la necessità di promuovere la trasparenza conformemente alle norme della Convenzione di Aarhus, affermando che, di norma, le riunioni dell’organo direttivo e dei suoi organi sussidiari sono pubbliche. Gli osservatori accreditati possono partecipare alle riunioni delle parti e ai gruppi di redazione al fine di elaborare testi nel corso dei negoziati. È stata menzionata anche la task force della Convenzione di Aarhus sulla partecipazione pubblica alle sedi internazionali di dialogo.

Infine, i rispondenti hanno citato: (i) la DG Ambiente della Commissione (nella fattispecie, le procedure da essa seguite per la stesura di documenti non legislativi); (ii) l’Osservatorio europeo sul mercato del latte della DG Agricoltura; (iii) la decisione della Commissione del 2010 di pubblicare un progetto di testo deliberativo dell’accordo commerciale anticontraffazione (ACTA); (iv) i negoziati dell’Organizzazione mondiale della sanità su una Convenzione sul controllo del tabacco, in particolare la possibilità di consultare su Internet i verbali delle riunioni dell’organo direttivo; (v) la raccolta di studi di casi di buone pratiche sulla promozione della partecipazione pubblica dell’UNECE; (vi) le consultazioni pubbliche organizzate dall’Agenzia per l’ambiente del Regno Unito; (vii) il “Codice di buone pratiche sulla consultazione del pubblico interessato nelle procedure di adozione delle norme” adottato dalla Croazia e, in particolare, l’ufficio del governo croato per la cooperazione con le ONG; (viii) l’Unione internazionale delle telecomunicazioni, che, secondo un rispondente, ha avviato lo streaming delle riunioni e la pubblicazione di un maggior numero di documenti online (relazioni, emendamenti, posizioni degli Stati membri) per rispondere alle critiche espresse dalle ONG.

Effetti della trasparenza (domanda 3)

Spiegate in che modo, a vostro parere, una maggiore trasparenza potrebbe incidere sull’esito dei negoziati.

La maggior parte dei rispondenti ha affermato che una maggiore trasparenza inciderebbe positivamente sull’esito dei negoziati. Nello specifico, i rispondenti hanno dichiarato che una maggiore trasparenza:

  • contribuirà a ridefinire il processo attraverso cui si adottano decisioni importanti nell’ambito dei negoziati commerciali, rendendo in tal modo la Commissione più aperta, più responsabile nonché beneficiaria di una maggiore fiducia;
  • apporterà legittimità democratica e rafforzerà l’efficacia, la qualità e l’equilibrio dell’accordo. Il TTIP verte in ampia misura su questioni normative per cui l’UE ha istituito procedure di partecipazione pubblica e trasparenza;
  • sarà vantaggiosa per il futuro dell’UE più in generale, in quanto la mancanza di trasparenza percepita riguardo al TTIP rafforzerà gli oppositori dell’UE;
  • è il modo migliore per sfatare miti e percezioni erronee sul TTIP;
  • migliorerà la qualità del dibattito pubblico sul TTIP, permettendo alle parti interessate di incidere significativamente sui negoziati sulla base dei fatti e aumentando la probabilità che i parlamenti siano in grado di dare il proprio consenso;
  • permetterà a un’ampia gamma di esperti di fornire contributi analitici alla Commissione (e al Parlamento);
  • potrebbe assicurare il sostegno di un’ampia maggioranza in seno al Parlamento europeo in vista dell’esito finale dei negoziati garantendo al Parlamento la possibilità di esprimere preoccupazioni fondate nonché di valutare se tali preoccupazioni siano state prese in considerazione;
  • garantirà la tempestiva individuazione delle disposizioni che non godranno del sostegno delle principali parti interessate (e che altrimenti emergerebbero solo durante il processo di ratifica);
  • ridurrà il rischio che il TTIP subisca lo stesso destino dell’ACTA, privando così i cittadini dell’UE dei potenziali effetti positivi di un TTIP globale;
  • si è dimostrata vantaggiosa per lo sviluppo del commercio in sé[9];
  • gioverà all’interesse pubblico anziché agli interessi privati;
  • favorirà la partecipazione di cittadini e politici a tutti i livelli e permetterà loro di comprendere appieno i cambiamenti che questo accordo introdurrà;
  • permetterà ai paesi che saranno interessati dall’accordo (quali paesi candidati all’adesione all’UE, paesi potenziali candidati e paesi EFTA), ma che finora non vi sono stati coinvolti, di monitorare ed eventualmente influenzare l’evoluzione dei negoziati;
  • garantirà il rispetto della riservatezza e la riduzione della diffusione non autorizzata di documenti;
  • ridurrà il ricorso a documenti trapelati e assicurerà condizioni di parità atte a garantire la partecipazione di tutte le parti interessate;
  • ridurrà il carico di lavoro della Commissione in termini di risposte alle richieste di accesso pubblico ai documenti;
  • permetterà alle PMI di adeguarsi all’evoluzione delle condizioni del mercato attraverso la graduale attuazione di misure che saranno necessarie dall’entrata in vigore dell’accordo.

Un rispondente, invece, ha sostenuto che una maggiore trasparenza:

  • porterà a un risultato peggiore (oppure all’assenza di risultati) per l’UE per tre motivi: (i) in qualsiasi negoziato commerciale, mostrare le carte all’avversario indebolisce il proprio potere negoziale; (ii) i documenti pubblicati forniranno agli scettici infiniti dettagli tecnici sui quali costruire false affermazioni di sinistri complotti volti a privare la popolazione dell’UE dei suoi diritti politici e occupazionali, della protezione dalle sostanze nocive ecc.; (iii) la Commissione sarebbe oberata di domande volte a contestare false accuse, correggere malintesi o spiegare le complessità della politica commerciale in generale. Numerosi contributi hanno rilevato che gli interessi strategici dell’Unione devono rimanere riservati per l’intera durata dei negoziati. In caso contrario, è probabile che la loro divulgazione abbia effetti pregiudizievoli sull’esito degli stessi.

Infine, alcuni rispondenti hanno affermato che non dovrà mai essere accordata una maggiore trasparenza perché, se fosse concessa, ne scaturirebbe sicuramente l’abbandono tout-court dei negoziati TTIP.

4. Sintesi degli altri punti sollevati

Sostanza dei negoziati

Benché la Mediatrice abbia sottolineato che la sua consultazione pubblica non riguardava la sostanza dei negoziati, alcune persone hanno espresso preoccupazione riguardo agli aspetti illustrati di seguito.

Standard UE

Alcune persone dubitano che l’UE riesca a mantenere standard elevati nei settori dell’assistenza sociale, della vita lavorativa, della qualità dei prodotti alimentari, dell’agricoltura sostenibile ecc.

Impatto sui servizi pubblici

Sono state espresse preoccupazioni riguardo alla possibile privatizzazione dei servizi pubblici, in particolare nei settori della sanità e dell’istruzione.

Impatto sui paesi a basso reddito

Alcuni rispondenti hanno segnalato che il TTIP potrebbe avere ripercussioni negative sui paesi meno sviluppati.

Meccanismo di risoluzione delle controversie investitore-Stato

Molte persone hanno espresso preoccupazione riguardo al meccanismo di risoluzione delle controversie investitore-Stato.

Vantaggi economici

Alcuni rispondenti hanno citato studi che hanno dimostrato come il TTIP apporterebbe scarsi vantaggi economici.

Tempistica

Alcuni rispondenti hanno insistito sul fatto che la tempistica per la conclusione dei negoziati TTIP è troppo ristretta. A loro parere, più il processo sarà rapido, minore sarà la relativa trasparenza.

Fermare il TTIP

Alcuni rispondenti hanno chiesto di porre termine ai negoziati sul TTIP.

Dibattito negli Stati membri

Alcuni rispondenti ritengono che in ogni Stato membro si dovrebbe tenere un lungo e obbligatorio processo di consultazione sull’opportunità che il governo in questione aderisca o meno all’accordo. Alcuni contributi propongono di organizzare un referendum in ogni Stato membro prima della conclusione dell’accordo. Altri chiedono fermamente che l’accordo sia soggetto a un processo di ratifica da parte dei parlamenti nazionali. Dovrebbe inoltre essere previsto un maggiore coinvolgimento delle autorità locali. Molti rispondenti hanno segnalato una mancanza di informazione del pubblico negli Stati membri, indicando la necessità di fornire maggiori informazioni attraverso i media.

Altri accordi

Secondo alcuni rispondenti, i lodevoli sforzi compiuti dalla Commissione e dagli Stati Uniti al fine di accrescere la trasparenza nei negoziati TTIP devono essere replicati in altri accordi commerciali che la Commissione sta negoziando. Secondo un suggerimento avanzato da un altro rispondente, l’UE non deve negoziare con alcun partner commerciale che si rifiuti di avviare un dialogo basato sulla responsabilità democratica e sull’apertura.

Il lavoro della Mediatrice

Benché la decisione della Mediatrice di consultare il pubblico sia stata accolta con favore, alcuni rispondenti hanno segnalato che il lavoro della Mediatrice non è sufficientemente conosciuto. Di conseguenza, è improbabile che le risposte riflettano la diffusa opposizione pubblica al TTIP. Altri rispondenti, che sono venuti a conoscenza della consultazione pubblica solo sette giorni prima della sua conclusione, hanno criticato la brevità del tempo concesso per rispondere.

Per quanto riguarda il seguito dato alla consultazione pubblica, un rispondente ha suggerito che la Commissione dovrebbe indicare come e quando intende attuare ciascuna delle misure proposte dalla Mediatrice alla Commissione. In caso di mancata attuazione di una determinata misura, la Commissione dovrebbe spiegarne il motivo.

Infine, la Mediatrice è stata incoraggiata a estendere le proprie indagini ad altri accordi di libero scambio, tra cui l’accordo sugli scambi di servizi (TISA), l’accordo economico e commerciale globale (CETA) e altri ALS bilaterali.

Allegato: elenco dei contributi

Alla casella di posta elettronica della Mediatrice dedicata al TTIP sono stati inviati i contributi indicati di seguito.

Organizzazioni

  1. Access Info Europe
  2. Access
  3. Allianz der öffentlichen Wasserwirtschaft e.V.
  4. Alpe Adria Green
  5. American Chamber of Commerce to the EU (AmChamEU)
  6. Bundesverband der Deutschen Industrie
  7. Bundesverband Öffentliche Dienstleistungen (bvöd)
  8. Business Europe
  9. City of Munich
  10. Client Earth
  11. Compassion in World Farming
  12. Confederación Española de Organizaciones Empresariales (CEOE)
  13. Confederation of Danish Industry
  14. Confederation of Swedish Enterprise
  15. Copa - Cogeca
  16. Corporate Europe Observatory (CEO)
  17. Dansk Magisterforening
  18. Elinkeinoelämän Keskusliitto (EK)
  19. European Association for the Education of Adults (EAEA)
  20. European Centre of Employers and Enterprises providing Public Services (CEEP)
  21. European Consumer Organisation (BEUC)
  22. European Digital Rights (EDRi)
  23. European Milk Board
  24. European Movement International
  25. European Public Health Alliance (EPHA)
  26. European Services Forum (ESF)
  27. European Trade Union Committee for Education (ETUCE)
  28. European Trade Union Confederation (ETUC)
  29. Foliovision
  30. Food & Water Europe
  31. Forum Informationsfreiheit
  32. Foundation for a Free Information Infrastructure (FFII)
  33. Friends of the Earth Germany (BUND)
  34. Friends of the Earth Europe
  35. Fundacja Panoptykon
  36. GMB Trade Union
  37. Handwerkskammer für München und Oberbayern
  38. Instytut Globalnej Odpowiedzialnosci Polska (IGO)
  39. Irish Business and Employers Confederation (IBEC)
  40. Irish Creamery Milk Suppliers Association (ICMSA)
  41. L'Assocation EDA (Environnement et Développement Alternatif)
  42. Maison du Peuple d'Europe - Huis van het Volk van Europa
  43. Pacte Civique
  44. Sindikat Vzgoje, Izobraževanja, Znanosti in Kulture Slovenije (VIZ)
  45. Standing Committee of European Doctors (CPME)
  46. Stop TTIP UK
  47. Trades Union Congress (TUC)
  48. Transatlantic Business Council (TABC)
  49. Transatlantic Consumer Dialogue (TACD)
  50. Transport & Environment
  51. Umweltinstitut München
  52. Unite the Union Ireland Region
  53. Verband der Automobilindustrie (VDA)
  54. Verbraucherzentrale Bundesverband e.V.
  55. Women in Europe for a Common Future (WECF)

Deputati al Parlamento europeo

Neena Gill, deputata al Parlamento europeo (S&D)

Yannick Jadot, deputato al Parlamento europeo (a nome del gruppo Verts/ALE)

Anne-Marie Mineur, deputata al Parlamento europeo (GUE/NGL)

Soggetti privati

Sono stati ricevuti 257 contributi da soggetti privati



[1] Il 24 ottobre l’organizzazione SomeOfUs ha incoraggiato i propri membri a rispondere alla consultazione pubblica. Molti dei messaggi di posta elettronica in questione sono pervenuti nei giorni seguenti.

[2] Le differenti categorie elencate potrebbero ampiamente sovrapporsi.

[3] Alcuni rispondenti hanno suggerito che gli Stati Uniti forniscano sintesi significative non riservate delle proprie posizioni negoziali e che i documenti UE e USA siano resi pubblicamente disponibili in maniera equilibrata in modo da non pregiudicare le posizioni di alcuna delle parti dei negoziati.

[4] Molti rispondenti hanno fatto riferimento alla sentenza della Corte (Prima Sezione) del 3 luglio 2014 nella causa C-350/12 P, Consiglio dell’Unione europea c. Sophie in ’t Veld, non ancora pubblicata.

[5] È stata formulata una serie di altri suggerimenti riguardo ai futuri negoziati internazionali, tra cui la necessità di tenere consultazioni pubbliche sia prima dell’avvio dei negoziati sia dopo che la Commissione ha ricevuto le direttive di negoziato del Consiglio.

[6] A titolo di esempio, il 25 novembre 2014 il gruppo negoziale dell’UE sul TTIP per le sostanze chimiche ha incontrato le organizzazioni della società civile dell’Unione europea.

[7] Cfr., in particolare, le risposte fornite dai tre deputati al Parlamento europeo nominati nell’allegato.

[8] Un rispondente ha tuttavia segnalato che buona parte dei lavori di negoziazione si è svolta nell’ambito di sessioni non pubbliche e riunioni “informali” (private).

[9] Il rispondente in questione ha citato il seguente testo: “OECD Trade Policy Paper No. 153, Quantitative Evidence on Transparency in Regional Trade Agreements” (“Documento di politica commerciale dell’OCSE n. 153 Elementi di prova quantitativi sulla trasparenza negli accordi commerciali regionali).